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20 DICEMBRE/GENNAIO 2019 datore di lavoro illuminato, quanto piuttosto di garantire un servizio efficiente. Vero è però che le cose potreb- bero cambiare: il tema occu- pazionale potrebbe diventare anche in Italia, come già avvie- ne negli Usa, un elemento in grado di pungere la sensibilità dei consumatori. E allora sarebbe lecito attendersi riflessi negativi anche sul fronte della reputazione, oltre che del business». Da segnalare è inoltre il risultato ottenuto da Leroy Merlin , new entry nella graduatoria 2018, di cui ha subito conquistato la seconda posizione. «A favore dell’insegna – sostiene Ventoruzzo – ha giocato la scelta di investire molto sul brand e di rispondere con efficacia alle concrete problematiche dei clienti». Bene ha poi fatto anche Esselunga , premiata con la medaglia di bronzo. «In questo caso – rileva Ventoruzzo – la principale freccia all’arco dell’insegna si è rivelata la forte personalizzazione legata alla storia imprenditoriale del suo fondatore, Bernardo Caprotti». Da qui, il brillante riscontro ottenuto nel 2018, che le ha consentito di battere la rivale Coop , piazzatasi in sesta posizione. «Su quest’ultima – rileva Ventoruzzo – ha pesato certamente il mood negativo che ha investito il mondo delle cooperative. Si consideri inoltre che la catena ha scelto negli scorsi anni di legare fortemente la propria immagine al prodotto. Un fattore che, come visto, non rappresenta più il solo asset agli occhi del consumatore. Coop deve invece continuare a valorizza- re la sua storia identitaria, che è molto forte e che potrebbe rivelarsi la chiave di volta per recuperare terreno in futuro». Infine, una nota merita anche il caso di Lidl , che occupa il quinto posto del ranking. «L’hard discount – precisa Ven- toruzzo – ha saputo conquistare un’im- magine di italianità che in realtà non possiede. Viene insomma percepito se non proprio come un brand nazionale, sicuramente come un marchio molto vicino al nostro Paese». Il confronto internazionale Stretta tra buone pratiche e criticità irri- solte, l’Italia non è comunque ununicum. Il punteggio totalizzato dal nostro Paese (67,3) non evidenzia infatti distanze par- ticolarmente consistenti da quelli regi- strati nelle Nazioni che rappresentano per il mercato tricolore i benchmark più rilevanti: la Spagna registra un indice del 67,9, la Francia del 69,6, gli Usa del 69,8. Unica a superare la soglia di 70 punti è la Gran Bretagna. «Nella nostra ricerca – chiarisce Ven- toruzzo –, vengono per lo più valutati player presenti a livello sovranaziona- le. È dunque naturale che, al di là di alcuni specifici casi, il confronto sulla reputazione a livello internazionale non presenti grandi scostamenti». S RETAILER Basato su circa 40.000 interviste individuali realizzate nel primo trimestre 2018 a un campione rappresentativo della popolazione italiana, il rapporto redatto da Reputation Institute prende in esame aziende che operano in Italia, che vantano una awareness superiore al 40%, che compaiono tra le top 100 nella classifica della Global Reputation e che sono comprese nell’elenco delle top 200 di Mediobanca. Si aggiungono i primi 15 istituti di credito e le prime 10 compagnie assicurative. LA RICERCA ITALY REPTRAK LA REPUTAZIONE DEL SETTORE RETAIL: ITALIA AL CONFRONTO INTERNAZIONALE (DATI 2018) Paese Punteggio Italia 67,3 Spagna 67,9 Francia 69,6 Usa 69,8 Gran Bretagna 71,8 Fonte: Reputation Institute Amazon Esselunga IL TEMA OCCUPAZIONALE POTREBBE DIVENTARE ANCHE IN ITALIA UN ELEMENTO IN GRADO DI PUNGERE LA SENSIBILITÀ DEI CONSUMATORI

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