inStore_26
29 DICEMBRE/GENNAIO 2019 Veniamo allo scongelamento. Il 48,1% del campione lo fa in frigorifero; il 45,5% lascia l’alimento a tem- peratura ambiente, mentre il 3% usa l’acqua corrente calda. Spesso, la maniera migliore per scongelare il prodotto è di farlo rinvenire direttamente in padel- la. I produttori dovrebbero indicare chiaramente in etichetta il modo migliore per utilizzare il proprio alimento. Anche sul fatto che un alimento scongelato possa essere ricongelato le idee sono poco chiare: 9 italiani su 10 non sanno che si può fare, se prima il surgelato viene sottoposto a cottura. Anche in que- sto caso la comunicazione attraverso la confezione potrebbe aiutare a conoscere meglio i surgelati e a ridurre gli sprechi. Anche sul tema conservanti non tutti i consumatori hanno le idee chiare: il 66% è consapevole che il freddo è l’unico conservante, ma una quota non trascurabile, il 26% pensa che siano pieni di additivi per aumen- tarne la shelf-life. Troppi, considerando che per legge i surgelati non devono contenere alcun conservante aggiunto per allungarne la vita. Etichetta in primo piano Sarebbe bene che anche questa informazione venisse ribadita dai produttori attraverso l’etichetta (sempre che ci sia spazio per tutto!). Infatti dalla ricerca Doxa emerge che il 72,9% degli italiani legge le etichette e rispetta le indicazioni date; l’8,8% le legge ma non le rispetta. Purtroppo ancora il 18,3% non le legge. È auspicabile, ovviamente, che tale percentuale si riduca afferma Vittorio Gagliardi , presidente di IIAS – dimostrano come i surgelati siano entrati nella routine culinaria degli italiani. Il nostro settore ha reagito alla crisi meglio della media del comparto alimentare. Sono cresciute, in partico- lare categorie come ittico (+5%), pizze (+2,1%) e ricettati (+1,9%). Questa ultima cifra è molto soddisfa- cente perché i piatti pronti hanno mol- to risentito della crisi e ora si stanno riprendendo. Da questo dato, inoltre, emerge che se durante la crisi i para- metri che avevano guidato i consumi erano la salute e il benessere, ora anche il servizio è tornato a essere un driver delle scelte dei consumatori. Per quanto mi riguarda, credo molto nella crescita del ricettato, a patto che le aziende mantengano l’uso di ingre- dienti e di tecnologie di qualità, nel ri- spetto delle abitudini alimentari italiane e dell’equilibrio nutrizionali, perché il binomio salute-benessere è sempre un criterio di scelta primario”. Qualche dubbio da chiarire Ma l’apprezzamento per i surgelati si traduce in una reale conoscenza dei prodotti? Anche questo ha indagato la ricerca. “I surgelati sono prodotti molto amati – commenta Massimiliano Do- na , presidente UNC – Unione Nazionale Consumatori, ma non sempre i consu- matori ne sanno abbastanza”. Dalle risposte ottenute attraverso l’indagine Doxa, gli operatori della filiera possono trarre numerosi spunti per focalizzare la propria comunicazione sugli aspetti ancora poco chiari. Tanto per cominciare, poco meno della metà degli italiani (48,5%) conosce la differenza tra surgelato e congelato, ma circa uno su tre, nonostante dichiari di sapere che “surgelato e congelato non sono sinonimi”, ammette di non conoscerne bene le differenze. Sono prevalentemente i giovani e le donne ad avere le idee più confuse (il 16,2% degli under 35 e l’11,5% delle donne rispetto all’8,7% del totale Italia). Più o meno la stessa percentuale (il 46,4%) sa che a casa è possibile congelare, ma non surgelare; il 43,5%non ne è consapevole e sono in prevalenza le donne (48,9%) a mostrare questa lacuna. 48,5% DEGLI ITALIANI CONOSCE LA DIFFERENZA TRA SURGELATO E CONGELATO IL SETTORE DEI SURGELATI HA REAGITO ALLA CRISI MEGLIO DELLA MEDIA DEL COMPARTO ALIMENTARI
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=