

T
utto sommato, è una brava ragazza. Forse
può apparire un modo un po’ superficiale
di definire la nostra penisola, ma sostan-
zialmente rende bene l’idea.
Esuberante ma disordinata (caotica e contraddittoria anzi-
chennò) l’Italia non ha tuttavia perso il suo smalto, venato di
bellezza e genialità, vestigia indelebili di un’atavica eredità.
E tutto questo – in termini di notorietà presso gli stranieri
– si rivela un atout importante.
Come svela il rapporto I.T.A.L.I.A., il reale cavallo di battaglia
italico, in grado di conquistare l’immaginario collettivo, è la
qualità della vita, valorizzata da arte, moda, gastronomia,
tolleranza e rispetto dei diritti civili (a pag. 10).
Una forte capacità attrattiva
, dunque, che oggi – in un
mercato sempre più sintonizzato sullo yuan – ha allungato
il suo raggio di azione anche sui consumatori cinesi, un
target con elevata capacità di spesa e capace di sviluppare
un business di 3 miliardi di euro (da pag. 22).
Siamo partiti da qui, da questo ritratto sommario
, perché
è con il Belpaese e la sua gente che ogni giorno il mercato
deve interfacciarsi.
Senza elucubrazioni e voli pindarici, il punto di partenza (e
di arrivo) è sempre l’Italia, paese dei mille campanili che
non si smentisce mai, ribadendo il suo polimorfismo e la
tendenza a non mostrarsi mai uguale a se stessa.
Anche davanti a notizie di un certo calibro come quella
che – in base alle ultime rilevazioni Istat – segnala un pro-
gresso nella spesa delle famiglie e una ripresa dei consumi.
Ecco infatti che davanti a questi numeri
(che dal bian-
co e nero di poco tempo fa, virano finalmente al seppia),
l’Italia, parafrasando se stessa, ribadisce la sua indole pri-
smatica di paese dai mille portafogli, ciascuno con diversa
capacità di spesa, calibrata su base geografica, anagrafica
e socio-culturale.
Il risultato?
Un magma di differenze da Nord a Sud della
penisola (da pag. 4).
Un paese dai “profili multipli”, dunque, di cui Boomers
e Millennials forniscono un’immediata esemplificazione:
approcci diversi, diversa propensione all’acquisto, valori
non sempre coincidenti.
Eppure – è quanto emerge dall’indagine Ipsos
di pagina
6 – è come se nelle scelte delle due generazioni esistesse
un comune minimo denominatore.
Forte la tentazione di attribuire al web (specialmente nel-
la sua emanazione social) questo potere “armonizzante”,
in virtù del suo empowerment informativo (da pag. 38).
Due gli esiti più evidenti: le frontiere dell’informazione
vengono abbattute (senza peraltro – è giusto ricordarlo –
determinare necessariamente solo esiti positivi) e i piani
della conoscenza si sviluppano sempre più orizzontalmente,
annullando le impennate verticistiche che hanno in passato
contraddistinto il “possesso della conoscenza”.
Uno sguardo attento a questo fenomeno ci viene fornito
dalla ricerca Horizontal Retail
(pag. 24) che racconta i
nuovi punti di riferimento che il consumatore informato
oggi adotta per operare scelte sempre più consapevoli.
Perché sa, con crescente lucidità, cosa vuole
.
Alto contenuto di servizio, in primis (e su questo punto un
ottimo esempio giunge da Schnucks, la nostra cover story,
da pag. 14), ma anche attenzione all’ambiente (pag. 34).
E poi,
ça va sans dire
, un supporto alla voglia di star bene
e di concedersi qualche lusso. Da qui l’apprezzamento per
il free from e il bio (da pag. 42), da una parte, e la scelta
ormai diffusa di macchine casalinghe per un espresso come
al bar (da pag. 50), dall’altra.
Saperi sempre più orizzontali. Saperi condivisi. Saperi in-
dubitabili.
Carmela Ignaccolo
EDITORIALE