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FEBBRAIO/MARZO 2016
22%
STARTUP INNOVATIVE
IN LOMBARDIA
OLTRE
5.100
STARTUP INNOVATIVE
IN ITALIA
€
600
milioni
STIMA VOLUME D’AFFARI
PRODOTTO DA STARTUP
INNOVATIVE IN ITALIA
IL FENOMENO STARTUP IN ITALIA
dotti ordinati in 24 ore) o delle vendite
natalizie transitate sul web (9 milioni
di italiani hanno acquistato online) per
convincersi del fatto che alcune nic-
chie di mercato, se supportate da una
adeguata proposta commerciale, con-
tinuano a raccogliere il consenso dei
consumatori, intercettandone i bisogni
più latenti.
Nell’epoca degli smartphone e delle
app, dell’economia della collaborazio-
ne e dell’ultra connessione, della ube-
rizzazione delle relazioni tra operatori
economici, diventa fondamentale creare
terreno fertile affinché si sviluppi un
nuovo modo di fare impresa.
È ciò che
viene definito come ecosistema delle
startup:
inventori dei tempi moderni,
imprenditori 2.0 capaci di trasformare
grazie alla tecnologia una idea, spesso
semplice, inunbusiness di successo. Con
un unico obiettivo: migliorare la qualità
della vita ed il benessere degli individui.
Riconosciutenell’ordinamentonazionale
con un apposito intervento normativo
del 2012, si definiscono come startup
innovative (che, è opportuno precisare,
non coprono l’articolato universo delle
startup) le imprese che rispondono ad
alcuni dei seguenti requisiti: costituite da
meno di 60 mesi senza scaturire da ven-
dite/scissioni di aziende già in attività,
si tratta di soggetti che producono beni
o servizi ad elevato valore tecnologico,
che investono almeno il 15% del budget
in ricerca e sviluppo e che sono titolari
di almeno un brevetto.
Mappare le startup è dunque utile per
capire quanto è lontana dal nostro Paese
la California, con i leggendari scantinati
di Steve Jobs (Apple) e Larry Page (Goo-
gle). Da qualche tempo è possibile farlo
(non a caso) grazie ai big data: secondo
le ultime informazioni disponibili (fonte:
Ministero dello Sviluppo Economico) a
fine 2015 si contano in Italia oltre 5.100
imprese innovative (meno dell’1% del
milione e mezzo di società di capitali
registrate) che occupano complessiva-
mente 25mila lavoratori. Numeri piccoli,
eppure i tassi di crescita offrono una
dimensione potenziale del fenomeno
di tutto riguardo: +60% solo nell’ulti-
mo anno.
Pur con tutti i limiti tradizionali del
modello italiano (la compagine sociale
0,3%
19,0%
1,1%
4,2%
0,7%
72,0%
2,6%
Agricoltura
Manifattura
Costruzioni
Commercio
Turismo e trasporti
Servizi alle imprese
Altro
è tipicamente a prevalenza maschile, sono localizzate
nelle grandi città del Nord e di piccole dimensioni, la
metà ha meno di 3 dipendenti), le startup che operano
nel nostro Paese generano un volume d’affari stimabile
nell’ordine dei 600 milioni di euro. Ancor più sorpren-
dente è il fatto che a pochi anni dal loro ingresso sul
mercato, già quattro startup su dieci sono in attivo e
restituiscono utili ai propri soci-dipendenti.
Se l’Italia non è un Paese per giovani, questo non vale
nel mondo startup: quelle a prevalenza giovanile (under
35) sono un quarto del totale (tre volte di più rispetto
alle tradizionali società di capitali), mentre quelle in cui
almeno un giovane figura nella compagine societaria
sono circa la metà.
Trova conferma, al contrario, la tradizionale frattura
Nord-Sud che si rintraccia in tutte le statistiche econo-
miche: la Lombardia è la Regione che ospita il numero
maggiore di startup innovative (22%del totale), seguono
l’Emilia-Romagna (11%), il Lazio (10%), il Veneto (7%)
ed il Piemonte (7%). Gli ambiti più battuti sono i ser-
vizi alle imprese ad elevata specializzazione: non solo
consulenza informatica, ricerca e sviluppo, servizi di
informazione, ma anche fabbricazione di prodotti e
commercio digitale, che insieme valgono il 25% del
totale (+75% rispetto al 2014).
In un anno che rischia ancora una volta di rivelarsi avaro
di soddisfazioni sul fronte economico (borse e Cina
docet), tecnologia e innovazione non smetteranno di
orientare la vita di noi consumatori e di chi è chiamato
a soddisfare i nostri bisogni.
S
Fonte: REF Ricerche su dati Mise