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FEBBRAIO/MARZO 2016
sogna di essere una libera professionista
o imprenditrice.
La prima preoccupazione è la
disoccu-
pazione
, che spaventa più delle malattie
e cresce con l’avvicinarsi ai trent’anni,
più forte al Sud.
Uomini e donne: il gap
“
7 giovani italiane su 10
dichiarano
che avere 30 anni vuol dire avere
un’in-
dipendenza economica
” un segnale
di quanto il
lavoro
sia visto come un
elemento cardine della vita di una
donna
– afferma Rosalba Arlotti, Ac-
count Manager TNS.
E continua: “Solo il 52% ritiene che le
donne abbiano oggi le
stesse possibi-
lità
di carriera, e il dato scende al 46%
fra le 25-29enni, mentre il 27%pensa che
ci sarà sempre una disparità salariale tra
uomini e donne a parità di livello: il dato
più basso si registra fra le giovanissime
(15-19enni) con una quota del 21%
E purtroppo hanno ragione: In Italia,
infatti, le donne
guadagnano
in media
all’ora il
7,3% meno degli uomini
, un
divario che pur essendo inferiore alla
media europea (pari al 16,3%), tra il 2008
e il 2013 è aumentato di 3,6 punti mentre
nel resto del Continente è calato di 1!
E non basta: le donne italiane ricevono
un salario pari a quello degli uomini di
dieci anni fa, secondo studi ed elabora-
zioni World Economic Forum.
Casa, lavoro
affermazione personale
Se le donne avvertono un sensibile gap
rispetto all’universo maschile è perché
non vedono ancora riconosciuta in pieno
la propria vita personale.
Ma in effetti cosa chiedono al mondo del
lavoro e delle istituzioni? Niente di più e
niente di meno del
Work life balance
:
un mix di Affetti (68%), Lavoro (29%),
casa (23%), che rispetti le inclinazioni e i
diritti di ciascuno. Sul loro futuro le idee
sono chiare: le giovani italiane si vedono
a 30 anni,
sposate
(90%) e
con figli
(70%). Solo il 4% vorrebbe essere ancora
a casa con i genitori. I figli rimangono
un importante progetto individuale, ma
rimandato nel tempo, perché si scontra
con altre priorità.
Pensano che l’età ideale per diventare
mamma sia intorno ai 29 anni e vorreb-
bero avere due figli.
La cultura evolve: il 60%dichiara che non
si sentirebbe a disagio se il compagno/
marito facesse il “mammo”.
Rete, social e connessione
Come si relazionano e come interagisco-
no con il loro mondo? Le
#donnedido-
mani
sono e vogliono essere
connesse
:
il 72% usa Facebook quotidianamente,
il 34% YouTube con crescita di 8 punti
vs 2014. E sono convinte che aziende
ed istituzioni non le comprendono né
le rappresentano. o. L’autoproduzione e
la condivisione di contenuti nelle piat-
taforme Social (26%) le interpreta e le
racconta più di quanto non facciano le
istituzioni (24%) e le marche nelle pub-
blicità (19%).
L’identikit
“Le #donnedidomani
sono concrete, foca-
lizzate, aperte.
Hanno una visione
chiara del loro futu-
ro e della loro pro-
gettualità – ha detto
Federico Capeci
– CEO TNS Italia.
Il digitale ha dato
loro strumenti e
opportunità per
ampliare i loro
confini. Sono don-
ne connesse, informate,
autonome ed attive. Ma soprattutto
vivono lavoro, famiglia ed acquisti in
modo completamente diverso rispetto
alle generazioni precedenti. Abbiamo
visto che si sentono poco rappresentate
dalla pubblicità: se le aziende, non cono-
scendole adeguatamente, non riescono
ad intercettarle ed a parlare loro, nei
linguaggi, nei luoghi elettivi di relazione,
il rischio è che non riescano a connettersi
con loro, rendendo inefficaci le comu-
nicazioni dei loro Brand”.
S
Disoccupazione
22
15-19 anni
Malattie
20-24 anni
25-29 anni
20
7
su 10
le giovani
italiane
che dichiarano:
avere 30 anni
vuol dire avere
un’indipendenza
economica
20
23
18
27
23
14
LA GRANDE PAURA: LA DISOCCUPAZIONE
Un futuro senza lavoro
è la preoccupazione
numero uno, spaventa
più delle malattie,
cresce con l’avvicinarsi
ai trent’anni e si fa
più sentire al Sud
Fonte: TNS
(valori %)
Desktop
Laptop
TV
Smartphone
Tablet
58% 55%
75%
88%
53%
Fonte: TNS
I COMPAGNI DI VITA: SMARTPHONE E TABLET
L’ESIGENZA: LA CONNESSIONE IN MOBILITÀ