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FEBBRAIO/MARZO 2016
REBRAND
Griffe di lusso
e visioni da retail
PRENDETE UN ARTISTA COME L’ISRAELIANO
PEDDY MERGUI E LASCIATELO NEL PIENO DELLA
RIVOLUZIONE DEL PACKAGING.
NE VERRÀ FUORI QUALCOSA DI SPIAZZANTE.
GRAZIE A NOTI MARCHI DEL LUXURY,
IL LARGO CONSUMO ALIMENTARE VESTE
CON INDICIBILE ELEGANZA.
IDEE E SPUNTI CHE POSSONO
RISULTARE VALORI AGGIUNTI
A STILI E DESIGN GRAFICI
ORMAI SUPERATI
di Riccardo Sada
B
iscotti di Dolce & Gabba-
na, burro di Bvlgari, arance
marchiate Nike, pasta in un
secchiello industriale di metallo loggato
Ferrari, sale e pepe di Hermes, sottaceti
di Gucci, farina di Prada, Noodles di
Burberry, yogurt di Tiffany & Co. E il
“delirio” non è finito: continua con le
uova di Versace, il caffè rivisto da Cartier,
il latte in polvere di Chanel, l’olio d’oliva
di Benetton e il salame di Louis Vuitton.
L’artista israeliano Peddy Mergui ha
immaginato così
(in unmondo ipercon-
sumistico emonopolizzatore, ricorrendo
alle multinazionali della moda o della
tecnologia) il restyling di certi generi
alimentari di consumo.
Cibo rebrandiz-
zato, remixatonel suo look, attraverso
i più famosi marchi del mondo: è il
progetto “Wheat is Wheat is Wheat”.