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FEBBRAIO/MARZO 2016

I valori del prestigio e

del lusso, in “Wheat is

Wheat is Wheat”, esplo-

rano

“i confini dinamici

e spesso sfocati dell’etica

del designall’internodel-

laculturadel consumato-

re”

. Questa mostra ha il

solo scopo di evidenziare

le sfide che un designer deve

affrontarequando il suo compitoèquellodi

promuovere gli interessi economici di un’azienda (pur ri-

manendo fedelealla suacoerenzamoraleeprofessionale).Grazie

all’idea di Peddy Mergui è possibile notare come l’allineamento

di unamarca venga avvertito damolti come l’accettazione di un

stato di appartenenza o di un trend atto solo all’affermazione di

uno stile di vita di successo. Mergui ha osato tanto e “Wheat is

Wheat isWheat” ha vinto unamedaglia d’oro ai GermanDesign

Awards 2016 per la

sua comunicazione

attenta e diligente

nella catego -

ria “Design &

Packaging”.

S

Sito internet

www.peddymergui.com www.german-design-council.de www.sfmcd.org www.talkingbrands.co.il www.zerouno.org

Dagli uffici di Zerouno Design, il grafico creativo Luca

Masini spiega di aver notato il progetto di Peddy

Mergui trovandolo molto interessante.

“Fa capire bene come lo... stile di un brand possa

cambiare il carattere (e a volte il valore) di oggetti di uso

quotidiano”

. Masini crede che l’aspetto grafico sia sempre

stato fondamentale come rappresentazione dello

stile e del look aziendale.

“Soprattutto oggi che

siamo subissati da immagini che ci passano

sotto gli occhi con scroll compulsivi sui

social network e alle quali dedichiamo a

volte millesimi di secondo di attenzione. Il

grafico ha il compito di rende riconoscibile

all’istante l’identità di un marchio”

.

Spesso accade che alcuni clienti vogliano

tutto e subito.

“Quindi non si fidano della

visione a lungo termine dei grafici, preferendo

così una cosa fatta velocemente e magari

anche a basso costo. Senza pensare a quale

sarà il percorso comunicativo successivo”

.

Il mondo dell’arte contemporanea ha

avuto una trasformazione di stile

e di supporti.

“Dobbiamo

considerare artisti anche

coloro che non hanno

mai utilizzato un pennello o una tela ma che riescono a

esprimersi con il mouse o con la tavoletta grafica. Forse col

tempo ci accorgeremo del valore di alcune opere”

.

Masini parla anche di quando ricondizionare un marchio.

“Quando ci si rende conto che lo spirito dell’azienda

non è rappresentato dal logo. O quando il logo

è stato realizzato precedentemente da

qualcuno che ha badato troppo alla moda

del momento ignorando il fatto che un logo

dovrebbe essere eterno o comunque non

legato a qualche tendenza passeggera. In

alcuni casi invece un restyling del logo

può essere necessario quando l’azienda

vuole comunicare un aggiornamento o un

rinnovamento”

. La rifondazione grafica

passa da un’intervista al cliente.

“Serve per

capire quali sono i valori che l’azienda vuole

comunicare. Poi si fa una ricerca di mercato

per studiare bene il settore in cui l’azienda

opera e si valuta le scelte della concorrenza.

Solo dopo questi due primi step si

inizia a prendere carta e matita

e a buttare giù i primi bozzetti

analogici che poi diventeranno

digitali”

.