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FEBBRAIO/MARZO 2018

RIFLESSI DAL FUTURO

L’IDEA DI UNA “DINAMICA DEI PREZZI”

COME PURA ESSENZA DEL “LIBERO MERCATO”

L

e buone idee economiche sono come i tartufi.

Estratti dalla terra, dopo un’accurata ricerca,

vanno puliti dalle scorie che li circondano.

Poi, i tartufi stimoleranno mirabilmente il gusto e l’ol-

fatto. Egualmente, le buone idee economiche vanno

liberate dal molto ciarpame consulenziale, softwaristico

e algoritmico che le obnubila. Così depurate, esse so-

sterranno il raziocinio e la creatività imprenditoriale. Tra

quelle che diverranno molto popolari vi è certamente

la “

Dynamic Pricing Theory

”.

Il loro nucleo “buono”, riporta all’attenzione l’ogget-

to delle riflessioni e delle intuizioni di Friedrich Von

Hayek e della Scuola Austriaca: in altre parole, l’idea

di una “dinamica dei prezzi” come pura essenza del

“libero mercato”. Al contrario, il ciarpame softwaristico

e algoritmico, pur se originario della Silicon Valley,

allude ad un’ennesima riedizione dell’approccio costrut-

tivista (applicato nella peggior Unione Sovietica).

Dynamic

PricingTheory

di Amagi (Tirelli Associati)

Grocery,

un esempio intuitivo

Il classico supermercato, da una parte, e il futuro

“pick-up” di Amazon dall’altra, cioè un negozio

virtuale che si avvale di un magazzino fisico che

effettua le consegne della merce ordinata.

La prima differenza consiste nell’informazione con-

tenuta nel prezzo comunicato ai clienti.

• Il supermercato DEVE enunciare un prezzo unico

e fissoper tutti legatoall’esposizionedel prodotto,

decisa dall’impresa:

• Amazon Pick Up, invece, può stabilire (teori-

camente) un prezzo diverso per ciascuno dei

suoi clienti, della merce illustrata su un catalogo

digitale gestibile dall’utente.

La seconda differenza sta nella gestione fisica

delle scorte.

• Il supermercato deve detenere fisicamente al

proprio interno le merci offerte;

• Amazon Pick Up gestisce le scorte in modo

flessibile, godendo di un prezioso intervallo di

tempo tra la scelta del cliente, il pagamento e la

consegna della merce.

Questi e altri fattori contribuiscono a far sì che il

tentativo di appropriarsi del “surplus del consu-

matore”, (il triangolo ABC della figura tipica della

Microeconomia Neoclassica), attraverso la discri-

minazione dei prezzi a clienti diversi, possa o non

possa aver luogo.

Amazon, potenzialmente, ha lo stesso vantaggio

del monopolista, cioè la possibilità di vendere un

prodotto a prezzi diversi sino a che il ricavo mar-

ginale (ossia il ricavo di ogni unità aggiuntiva che

viene venduta) non si azzeri (cioè fino a quando il

costo del venduto non eguagli il prezzo pagato).

Il supermercato no! … Sebbene cerchi di farlo con

le ben note promozioni di prezzo o i punti fedeltà.

In questo senso, allora, gli algoritmi che trac-

ciano, per ogni cliente, la storia degli acquisti e

della loro composizione diventano, per Amazon,

utilissimi, così come lo sono per Uber: lo spe-

cialista per antonomasia del Dynamic Pricing,

praticato peraltro un secolo fa dall’antesignano

Filene’s Basement.

Inoltre, va detto che la cosa funziona tanto meglio

quanto più immateriale è l’oggetto dello scambio.

E non a caso! Una corsa nelle “rush hours” o du-

rante un temporale non equivale ad una corsa in