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L’Italia s’è desta

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APRILE/MAGGIO 2016

L

a Commissione Bilancio ha dato il via libera al

Def, che approderà alla Camera il 27 aprile. Nel

corsodella sua audizione, il Ministrodell’Economia

Pier Carlo Padoan è stato tranchant: “Nel 2015, dopo tre anni

consecutivi di contrazione, l’economia italiana è tornata a

crescere e nel 2016 la ripresa continuerà e si consoliderà”.

“Passata è la tempesta. Odo augelli far festa”...

Sebbene le stime di crescita siano state riviste al ribasso, con

l’asticella del Pil fissata a +1,2% e +1,4% rispettivamente per

il 2016 e per il 2017, in considerazione del peggioramento

del quadro geopolitico transnazionale. Per soprammercato,

tali previsioni sono reputate eccessivamente ottimistiche da

parte di Ue, Ocse e Fondo Monetario Internazionale: che

richiama l’attenzione, in particolare, sul potenziale impatto

della gestione dei Non Performing Loans (NPLs).

Un passo indietro s’impone: “Mi auguro che con buona vo-

lontà si raggiunga una soluzione con la Dg Ue per la tutela

della concorrenza, perché non esistono i dieci comandamenti

degli aiuti di Stato, non c’è tutto scritto nelle sacre scritture.

Sono questioni tecniche che vanno applicate a operazioni

di mercato. (…) Non potremo dire di essere completamen-

te fuori dalla crisi fino a quando il problema dei crediti

deteriorati sarà risolto (…) è ben noto che la presenza dei

crediti deteriorati indebolisce la possibilità di fare credito

(…) dobbiamo giocarci questa partita e lo stiamo facendo.

Anche oggi dirigenti del Tesoro sono di nuovo a Bruxelles

per parlare di queste cose: lo fanno ogni settimana e io vorrei

anche per un problema di costo delle missioni che questo

processo finisse presto”.

Also sprach

Pier Carlo Padoan, il 6

maggio 2015 (Il Sole 24 Ore).

Il seguito si sa: a fine gennaio 2016 sono state finalmente

concordate le modalità operative della garanzia pubblica di

cartolarizzazione delle sofferenze (GACS): “uno strumento

che completa la scatola per gli attrezzi italiani”; considerato

però spuntato damolti osservatori, visto il circoscritto perime-

tro d’intervento. Con la regia del Tesoro e la partecipazione

di istituti e fondazioni bancarie (Unicredit e Intesa San Paolo

si sono ritagliate la parte del leone), gruppi assicurativi e

Cassa Depositi e Prestiti è stato poi creato Atlante, un “fondo

di investimento alternativo chiuso riservato” gestito da una

società privata, la Quaestio Capital Management Sgr, con un

obiettivo di dotazione di 5-6 miliardi ed eventuale ulteriore

potenza di fuoco ottenibile attraverso l’utilizzo della leva

finanziaria; che, oltre a sostenere con il 70% delle risorse

allocate gli aumenti di capitale di alcune periclitanti banche

italiche, dovrebbe dare una mano a smaltire i NPLs più

rischiosi. “Un piccolo passo nella giusta direzione”, stando

a Mario Draghi.

Gaudeamus igitur!

Avviso ai naviganti

Secondo un’analisi del Centro studi di Unimpresa, “le

sofferenze delle banche sono legate ai grandi prestiti non

rimborsati: il 70% dei finanziamenti non ripagati da famiglie

e imprese si riferisce, infatti, a crediti superiori a 500.000

euro. Sul totale delle sofferenze pari a 201,1 miliardi di

euro, 141,4 miliardi sono relativi a finanziamenti oltre il

mezzo milione di euro erogati ad appena 32.608 sogget-

ti, il 2,63% dei clienti ‘problematici’ degli istituti; 25,5

miliardi di sofferenze sono a carico di soli 579 soggetti,

lo 0,05% del totale. Sul 97% dei clienti (più di 1 milione

di soggetti), che hanno prestiti da 250 euro a 500.000

euro, pesa solo il 29% delle sofferenze (52 miliardi)”. Un

pasticciaccio brutto.

Ci sovviene il gaddiano commissario Ciccio Ingravallo, per

il quale “le inopinate catastrofi non sono mai la conseguen-

za o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una

causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di

depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui

hanno cospirato tutta unamolteplicità di causali convergenti.

Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero,

che alla romana vuol dire gomitolo”. Nella fattispecie, le

responsabilità sono evidenti e plurime.

Concludendo: “L’elevato livello dei prestiti deteriorati con-

tinua a rappresentare il principale fattore di vulnerabilità

delle banche italiane ma le molteplici misure per farvi fronte

cominciano a dare frutto. (…) Potremmo essere a un punto

di svolta. (…) Il consolidamento della ripresa economica è

condizione indispensabile perché la riduzione dello stock di

esposizioni deteriorate prosegua” (Ignazio Visco, 19 aprile

2016). E torniamo al

quia

S

“MALGRADO LE TURBOLENZE C’È UNA SOLIDITÀ DI FONDO DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO CHE VA

AVANTI E CHE NON A CASO VIENE CONSIDERATO UNO DEI PIÙ AFFIDABILI E ATTRAENTI DOVE INVESTIRE”

Έ

Ή

Adesso bisogna davvero

fare ripartire il credito

per sostenere la ripresa

di Enrico Biasi

L’OPINIONE