

L’Italia s’è desta
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APRILE/MAGGIO 2016
PUNTI DI VISTA
L
a ricerca “Emerging Trends
in Real Estate Europe 2015”,
condotta congiuntamente da
PwC e Urban Land Institute, sosteneva
con dovizia di argomenti che “
Italy is
themost obvious next target. It is a large
economy, with a big real estate mar-
ket, and there is significant financial
distress among lenders and investors”
;
con
“good deals to be done”
per il 62%
degli interpellati.
Qualcosa d’importante si è poi visto,
con precipuo riferimento all’attività
cross border. E tra i deal più signifi-
cativi basti citare l’acquisizione della
sede milanese di Unicredit, ubicata
nella centralissima Piazza Cordusio, da
parte dell’operatore cinese Fosun, per
un importo superiore ai 340 milioni di
euro. L’edizione 2016, tredicesima della
serie, presentata lo scorso 20 genna-
io a Milano e basata sulle opinioni di
oltre 550 top player, ribadisce il con-
cetto con nettezza:
“Signs of investors
diverting their attention from Spain
to Italy were already evident last year
and that trend is intensifying, again
withproperty fundamentals to the fore”.
“The distinctionwith Italy is that it was
never built on a strong dosage of debt
so the wheels didn’t come flying off
quite as abruptly. And northern Italy
is an economic powerhouse and really
quite an interestingmarket”
. Tra i Paesi
dell’Europa meridionale, l’Italia
“is the
one to watch. Milan, with its more dy-
namic and prosperous economic base,
is the favoured city at Number 8. Rome
is still judged to be a poor prospect for
investment, but has an improved out-
look for development”
.
In effetti, il capoluogo lombardo ha gua-
dagnato quattro posizioni nella gradua-
toria delle città europee maggiormente
attrattive, collocandosi invece in quat-
tordicesima posizione (con un balzo di
nove) per le prospettive di sviluppo.
E
“the best prospects in the next 12
months aremodern offices near public
transportation, shoppingmalls, luxury
shops (street retail) and hotels”
.
Per parte nostra, suggeriremmo altresì
di non trascurare alcune nicchie dal
potenziale elevato: a mo’ d’esempio,
sale cinematografiche e multiplex.
Non sorprende dunque il crescente li-
vello d’interessemanifestato da sogget-
ti di vario ordine e grado, spesso alla
ricerca di opportunità di remunerativa
diversificazione geografica e settoriale
dell’asset allocation complessiva, visti i
rendimenti piuttosto competitivi che si
associano ai differenti profili di rischio
dei prodotti disponibili.
Non solo shopping centre
L’appeal del mercato domestico è stato
confermato sul campo dai molteplici
contatti che abbiamo avuto in occasione
dell’ultimo MIPIM di Cannes e in mar-
gine alla ICSC European Conference
(“Authenticity: Differentiating Retail”),
tenutasi a Milano il 18 e 19 aprile.
Abbiamo avutomodo di rilevare altrove
che “le componenti che determinano
il grado di appetibilità relativa di un
investimento immobiliare – a parità
di qualità intrinseca del prodotto (sul-
la quale potremmo aprire una lunga
parentesi) – sono fondamentalmente
tre: andamento comparativo dell’eco-
nomia, tassi di rendimento reali (cioè
al netto del rischio misurabile con il
famigerato ‘spread’) e competitività del
Sistema Paese sotto il profilo ammini-
strativo-burocratico. Ed è quest’ultimo
aspetto quello che più ci penalizza”.
Non possiamo che sottolinearlo, dubi-
tando che la situazione possa evolvere
nel breve periodo.
Peraltro, un novero sempre più ampio
di investitori tende ad applicare criteri
di valutazione meno superficiali rispet-
to al recente passato.
Nonostante la vulgata che pone in evi-
denza l’esistenza di risapute criticità,
lo Stivale figura oggi nella lista della
spesa di molti veterani (il vantaggio
competitivo di chi abbia già affrontato
la curva d’apprendimento è indubbio)
ed esordienti. Circa l’ambito retail, le
occasioni non si limitano ai centri com-
merciali
lato sensu
.
L’effervescenza che contraddistingue il
segmento high street (reputato il più
interessante in assoluto a livello pa-
neuropeo dal panel summenzionato)
ne è una chiara testimonianza.
Al riguardo, vorremmo porre l’accento,
en passant, sulle possibilità di riquali-
ficazione dell’offerta dei centri storici
italiani; richiamando altresì l’impegno
di Larry Smith, assieme a Lombardini
22 e DLA Piper, ai fini del ripensamen-
to di Piazza Cordusio, spazio urbano
da valorizzare in chiave strategica nel
cuore di Milano.
S
LE PERDURANTI CRITICITÀ DEL NOSTRO SISTEMA PAESE
NON SMORZANO GLI ENTUSIASMI DEGLI OPERATORI PIÙ
AVVEDUTI, CONSAPEVOLI DELLE NOTEVOLI OPPORTUNITÀ
D’INVESTIMENTO LEGATE ALL’ATTUALE FASE DI MERCATO
L’Italia conferma la sua
attrattività agli occhi
dei player cross border
Antonio Biggi, Amministratore Delegato LS Capital Markets