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APRILE/MAGGIO 2016
I PROTAGONISTI
San Benedetto:
una storia
lunga 60 anni
L’AZIENDA DI SCORZÈ SI RACCONTA: SFIDE, PROGETTI, SCOMMESSE
E INTUIZIONI. UN LUNGO PERCORSO CHE GIUNGE FINO AI NOSTRI GIORNI
San Benedetto e la sostenibilità am-
bientale: quali ad oggi i risultati in
termini di impatto ambientale?
Devo dire che ci riteniamo l’azienda nu-
mero uno, in Italia, nelle strategie eco-
sostenibili. Solo per darle qualche dato:
nel 2014 abbiamo ridotto ulteriormente
le emissioni di CO
2
del 4,7% sulla linea
Acqua Minerale San Benedetto rispetto
all’anno precedente; abbiamo comples-
sivamente impiegato 2400 tonnellate di
R-PET (con il progetto Easy), con una
riduzione di 4000 tonnellate di anidri-
de carbonica. Parallelamente abbiamo
continuato la ricerca per l’alleggerimento
delle bottiglie, portando a una riduzio-
ne di 160 tonnellate di PET, pari a 530
tonnellate di CO
2
.
Negli ultimi anni abbiamo deciso di
intraprendere un ambizioso progetto:
la copertura degli stabilimenti di Po-
poli (Pescara) e Viggianello (Potenza)
con
pannelli fotovoltaici
, che oggi ha
già generato oltre 2700 kW di potenza
installata, con
un risparmio di 1.900
tonnellate di CO
2
, una cifra equiva-
lente a quella assorbita da 63.000
alberi
.
Nelle nostre politiche ambientali rien-
tra anche la scelta di de localizzare con
l’obiettivo di avvicinare l’azienda ai con-
sumatori e alla distribuzione, ottenendo
una maggiore flessibilità produttiva e
lo
sviluppo del Km 0
, con un forte
Enrico Zoppas,
presidente
di San Benedetto
S
essant’anni di attività, d’innovazione e di
ricerca e sviluppo, ad oggi fanno del Gruppo
San Benedetto
una Total Beverage Com-
pany tutta italiana con un fatturato consolidato di
730 milioni di euro, 1.800 dipendenti nel mondo e
44 linee di imbottigliamento in Italia, che possono
produrre fino a 19 milioni di bottiglie al giorno.
Con Enrico Zoppas ripercorriamo questi 12 lustri,
indagando i maggiori successi, le soddisfazioni più
grandi, le scelte più soddisfacenti.
Al mio ingresso in azienda, nel ’71, mi sono dovuto
scontrare con una situazione economica difficile. Nel
1970 San Benedetto fatturava 1,7 miliardi di lire e per-
deva 300 milioni, ma ho intuito un grande punto di
forza in quel gap: puntare su una distribuzione efficace
in grado di presidiare bene il mercato. Partendo da qui
e introducendo il concetto di “vetro a perdere”, l’azien-
da è stata, per l’epoca, l’“artefice” di una rivoluzione
dei consumi, che ha subito consentito di avviare una
distribuzione nazionale.
Poi alla fine degli anni Settanta abbiamo scoperto il pet
che nel 1980 ci ha portati ad avere una quota di mercato
del 50% sulle bottiglie in plastica. Successivamente, nel
1985, per primi in Italia abbiamo imbottigliato anche
l’acqua minerale in pet, attestandoci come leader nel
mercato.
All’inizio degli anni Novanta siamo state tra le pri-
me realtà a realizzare un impianto d’imbottigliamento
completamente in asettico per la produzione di bibi-
te non gassate, garantendo una sicurezza totale per i
nostri prodotti. Nel 1998 abbiamo brevettato il tappo
“pull&push” sempre totalmente asettico, richiudibile e
ideale per i consumi “on the go”.