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OTTOBRE/NOVEMBRE 2017
In più convertendo una parte crescente del loro
potere d’acquisto a favore di quest’insegna fisi-
co-virtuale risparmiano e collezionano anch’esse
pingui rewards che traducono in ulteriori acquisti
a fine anno.
Insomma da questi piccoli, anonimi, essenziali
magazzini possono uscire 5 milioni di referenze
diverse: prodotti di largo consumo, accessori
domestici, apparecchi professionali, ricambi, …
ma anche specialità esotiche, memorabilia, rarità
reperite in ogni parte del mondo dal network pla-
netario di Amazon Seller Central.
Allo stesso tempo, i grandi brands stanno comin-
ciando a piegarsi alle logiche di Amazon Vendor
Central, la struttura che contratta su scala globale
le power o global brand alla base delle strategie
delle multinazionali nei primi anni del XXI° secolo.
La scelta di renderle indifferenziate per poterle
produrre e distribuire su larghissima scala le ha
rese vulnerabili ed esse stanno finendo nel gorgo
monopsonistico di Amazon.
Solo poche tra loro prestarono attenzione al
presagio di Robin Lewis che, nel 2017, affermava
che:
It’s Not Too Late for “Niching” Among the
Megabrands
. Eppure già allora si intuiva che il
nuovo ambiente sarebbe stato popolato da un
numero infinito di nicchie servite da un numero
infinito di marchi e rivenditori: un gregge immenso
pascolato dal buon pastore Amazon.
A dispetto di quel che raccontano diversi guru nostrani,
l’ultima preoccupazione di Amazon è, infatti, quella
relativa alla relazione con “IL CONSUMATORE” (de-
leterio stereotipo retorico mai abbastanza biasimato!)
così come viene spesso descritto da una sociologia
approssimativa. L’azienda di Seattle, al contrario, è
concentrata su tutt’altro aspetto, ovvero quello hard,
ingegneristico, logistico e informatico, perché, al di
là delle infatuazioni per le infinite applicazioni che
dovrebbero popolare i nostri cellulari, il problema
vero resta: a) codificare le merci; b) trasportarle da
una parte all’altra del mondo; c) farle sostare meno
tempo possibile nei magazzini e negli store.
Il futuro si nasconde infatti sotto le apparenze assai
modeste di Amazon Fresh-PickUp. Nei fatti la visita
a questo punto di vendita del desolato quartiere di
Seattle chiamato Sodo offre poco: una vetrata, alcuni
sedili scomodi per chi attende le consegne, un banco
davanti agli accessi di un magazzino invisibile. Unico
particolare di basilare importanza: il tempo di delivery
in quel luogo è di 15 minuti dal pagamento dell’ordine
effettuato via PC o cellulare. Il tutto è dedicato alla
vendita di prodotti grocery e freschi. Obiettivo dell’a-
zienda è peraltro la riduzione ulteriore del tempo di
consegna per queste specifiche categorie. Punto.
S