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AZIENDE

Consorzio SUN:

i progetti per l’anno dei 40

Tempo di bilancio per Consorzio SUN-

Supermercati Uniti Nazionali, che nel

tirare le somme del 2015 presenta i

progetti per il 2016, in cui festeggia i

suoi 40 anni di attività. Nell’ultimo lustro

SUN è sempre migliorato per fatturato,

punti vendita e quota. «Nel 2014 –

spiega

Stefano Rango, direttore

generale

– secondo dati Nielsen il

nostro gruppo è quello che è cresciuto

di più nel panorama distributivo italiano.

Nel 2015, nonostante l’uscita di Orvea

e di Zerbimark da Italbrix, il fatturato è

incrementato dell’1,2%, raggiungendo

2,26 miliardi. Per il 2016 grazie anche

all’ingresso di Alfi, con l’insegna Gulliver,

ci aspettiamo una ulteriore crescita».

Anche attraverso il nuovo ingresso, la

rete distributiva di SUN ha raggiunto

588 pdv (+88 rispetto al 2015) per una

superficie complessiva di 557.000 mq

(+10,4%), la quota di mercato è arrivata

al 3,1%, con un fatturato atteso di 2,5

miliardi di euro.

Alla crescita contribuisce il marchio

Consilia, che lo scorso anno ha

iniziato un processo di restiling e

riorganizzazione. «Negli ultimi 3 anni la

nostra marca è passata da 77,3 milioni di

euro di fatturato ai 90 del 2015 (+7,5%),

contiamo nel 2016 di raggiungere 110

milioni e 150 nel 2018. Le referenze,

dalle attuali 1800, arriveranno a 2000

entro il 2017, con inserimenti nell’area del

salutistico, del biologico e del premium

e il completamento dell’offerta nelle

categorie più importanti».

Previsti anche investimenti in

comunicazione. «Nel 2016 – conclude

– porteremo avanti il processo di

rinnovamento dell’immagine della

centrale, lavorando sui nostri valori:

vicinanza, qualità, innovazione di prodotto

e di gestione del pdv e attenzione al

sociale. Costruiremo per Consilia un

piano di comunicazione che esca

dal punto vendita e continueremo a

collaborare con l’industria di marca per

iniziative di co-marketing coerenti con il

nostro messaggio qualitativo».

Agrumi: più organizzazione

per competere

sui mercati internazionali

Per festeggiare i suoi 10 anni,

Rosaria, brand dell’arancia

rossa commercializzata

dall’omonima organizzazione

di produttori siciliana, non si è limitata a parlare di sé,

ma ha approfittato dell’occasione per una panoramica

dell’agrumicoltura. «Il mercato internazionale – ha sottolineato

l’

On. Paolo De Castro

, Coordinatore per il Gruppo dei

Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura del

Parlamento Europeo – è fonte di grande opportunità, ma

bisogna saperle coglierle. Il problema dell’agrumicoltura italiana

è che accanto alla straordinaria qualità dei nostri prodotti manca

spesso la capacità organizzativa, logistica e commerciale perché

le imprese trasformino questa qualità in reddito».

La scelta di costituire una O.P. capace di valorizzare la qualità

implementando nuove tecnologie per la promozione e la vendita

di prodotti va in questa direzione. «Nel 2008 – racconta

Aurelio

Pannitteri, creatore, insieme al fratello Salvatore del marchio

Rosaria

– abbiamo creato una organizzazione di produttori: non

siamo molti, ma i nostri agrumeti si estendono per circa 900 ettari.

La filiera produttiva è standardizzata e segue i principi di lotta

integrata. Abbiamo selezionato 4 varietà di Tarocco per dare al

consumatore un’offerta costante in tutto il periodo di produzione».

Tra gli aderenti all’O.P. Rosaria c’è anche l’

On. Giovanni La Via

,

Presidente della Commissione Ambiente, Sanità pubblica e

Sicurezza alimentare del Parlamento Europeo.

«In Italia – spiega – ci sono 160.000 ettari destinati

all’agrumicoltura, di cui 100.000 alle arance. Le superfici coltivate

tendono a diminuire e i consumi sono in evoluzione: diminuisce

il consumo tal quale a tavola, ma aumenta quello del trasformato

fuori casa. Ci sono molti più scambi internazionali: aumenta

l’ingresso di agrumi in controstagione provenienti dall’altro

emisfero, ma anche l’import in stagione, dalla Spagna, con prodotti

competitivi sul fronte dei prezzi». La risposta è quella di puntare

su qualità e origine. «Il brand Rosaria – conclude – qualifica l’alto

di gamma. Sempre di più ci sarà bisogno di una differenziazione

perché il consumatore richiede segmenti specifici».

Da sinistra: Pietro Lugano Presidente di Alfi, Marco Odolini e Stefano Rango, rispettivamente

presidente e direttore generale di SUN e Barbara Gabrielli, vicepresidente di Magazzini Gabrielli.

Dietro di loro i visual delle 4 gamme in cui si articola la marca Consilia.

Aurelio Pannitteri con Samantha Biale, giornalista e nutrizionista, mentre

lo chef Filippo La Mantia, prepara un pesto a base di arance Rosaria

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FEBBRAIO/MARZO 2016