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APRILE/MAGGIO 2016
VINO IN GDO
Silenzio:
parla
l’etichetta
P
er un personaggio come
Luca Gardini, praticamente
da sempre in simbiosi con
il vino, appassionato, esperto, amante
della materia, comprare vino in grande
distribuzione è un’eresia? Per mettere
subito le cose in chiaro e non dar adito
a equivoci di sorta siamo andati dritti al
punto. E, ugualmente diretta, è giunta
la sua risposta.
“Assolutamente no. La grande distribu-
zione, in molti casi, offre spazi, supporti
e scelta di etichette paragonabili a quelli
di un’enoteca. Lo dimostra il fatto che
durante le feste di Natale, gli scaffali si
popolano di quelle blasonate etichette
che solo alcuni anni fa erano impensabili
da trovare in questi luoghi.”
Ovviamente non tutte le insegne
trattano il vino nello stesso modo:
esiste qualche esempio virtuoso per
esposizione e assortimento?
Come dicevo molti. Alcune catene of-
frono inoltre supporti adeguati tra cui
personale e/o tablet per la consultazione
delle specifiche delle varie referenze.
Qual è invece l’errore che ritrovi più
spesso nell’angolo vino della grande
distribuzione?
L’errore che mi viene in mente è quello
di non contestualizzarle a livello geogra-
fico. Vedere un vino raggruppato con
altri della stessa regione, aiuterebbe a
ricordare meglio da quale zona un vino
provenga. Questo aiuterebbe inoltre a
pensare quella stessa etichetta in fase
di abbinamento, accoppiandola magari
ad una ricetta regionale.
Lo scaffale del vino e la sua lettura:
come giudichi l’approccio ai prodotti?
Non ci sono tante vie per affrontar-
lo. Troppe informazioni confondono,
limitarlo al cartellino con il prezzo ri-
schierebbe di banalizzare. Come detto,
forse, basterebbe contestualizzare i vini
A TU PER TU
CON LUCA GARDINI
PER PARLARE DI VINO,
ETICHETTE ED ESPERIENZA
D’ACQUISTO IN GRANDE
DISTRIBUZIONE
per regione o area di produzione e nel
cartellino inserire il nome dell’azienda e
il vitigno principale con cui è prodotto
quel vino, senza dimenticare, ovviamen-
te, il prezzo.
Secondo te come dovrebbe essere
trattata oggi la categoria vino per
aumentare la consapevolezza dei
consumatori meno esperti e soddi-
sfare i gusti e le aspettative dei veri
appassionati?
Dovrebbe essere trattata con rispetto.
Oggi spesso l’approccio di molti è quello
del giudice-degustatore, dimenticando
che il vino non è solo composto dal
liquido all’interno della bottiglia. Dietro
ad esso, o per meglio dire dentro ad es-
so, ci sono vite di uva ma anche vite di
persone che si sacrificano. Se parliamo
invece di grande distribuzione, credo
che il salto di qualità potrebbe essere
un ricambio costante delle etichette, ma
capisco che certi prezzi sono legati a
determinate quantità che spesso non si
possono esaurire, ovvero vendere, in
poco tempo.
Esiste un assortimento tipo o propen-