

deresti più per la personalizzazione
anche nel modern retail?
Personalizzazione amanetta come dico-
no dalle mie parti. La gente deve capire
che il vino offre infiniti stili, altrettanti
sapori e numerosissime soluzioni in fase
di abbinamento. Solo così si esce dal ruo-
lo, oggi molto in voga, del degustatore
seriale per riappropriarsi di un approccio
con il vino più immediato, divertente e
legato alla convivialità.
Attività degustative instore: sono va-
lide, potrebbero essere migliorate?
Sono valide ma bisognerebbe creare dei
momenti dedicati. Non troppo tecnici e
non troppo lunghi. Una sorta di pillole
da offrire per far sì che il cliente si ap-
passioni al vino in generale.
Il retail è storicamente noto per l’ele-
vatapressionepromozionale: secondo
te questa politica di taglio prezzi dan-
neggia il vino e la sua immagine? O
potrebbe essere utilizzata inmaniera
proficua?
Danneggia se si guarda solo al prez-
zo. Esistono vini buoni e alle volti ottimi
a prezzi contenuti, ma il prezzo stracciato
raramente va di pari passo con la qualità.
Per far capire questo concetto cardine
si potrebbero far girare molte più eti-
chette sugli scaffali magari facendo dei
temporary corner sempre suddivisi per
area di produzione.
La comunicazione sul vino in store:
cosa ne pensi? Quali formule giudi-
chi più azzeccate e quali totalmente
sbagliate?
Penso che non esista una vera comuni-
cazione del vino in store o se esiste si
basa sulle offerte e stop. Bisognerebbe
farci un progetto serio, con persone
competenti, perché il vino da grande
distribuzione potrebbe far ripartire il
consumoquotidiano, ma comunquemo-
derato, che ha sempre caratterizzato il
nostro paese.
Come organizzeresti un’attività di
degustazione, tenendo conto di loca-
tion, bacinod’utenza, posizionamento
prezzo dello store e assortimenti?
Sarebbe un progetto da pensare ad
hoc. Così, ex abrupto, mi verrebbe in
mente un corner, magari anche ampio,
da utilizzare in due momenti top del-
la giornata. Cercherei di raggruppare i
clienti in base ai loromomenti di accesso
all’interno della grande distribuzione.
Ricordiamoci che chi fa la spesa dopo
le 20 non è lo stesso cliente che la
fa alle 18. Ognuno di essi dovrebbero
avere un momento, come detto breve,
ma dedicato. Si potrebbe infine pensare
anche di tenere aperto anche in serata,
quando l’approccio di chi ascolta è più
sereno e ben disposto.
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