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NEL 2016

IL SETTORE HA

VISTO ARRESTARSI

IL TREND

DI DECRESCITA

CHE AVEVA

CARATTERIZZATO

GLI ANNI

PRECEDENTI,

CON UN VOLUME

COMPLESSIVO

DI 824.500

TONNELLATE

DI PRODOTTI

VENDUTI

47

DICEMBRE/GENNAIO 2018

non più appannaggio delle sole regioni del Nord Italia:

Nord-est (32,9%), Nord-ovest (20,1%), Centro (26,3%) e

Sud (20,7%). «Storicamente il Sud è l’area che risponde

peggio ai surgelati – commenta – ma ora sta crescendo

a ritmi interessanti. Questo fa ben sperare, anche per

l’aumento dei consumi pro capite, molto inferiori alla

media europea. Non potremmo mai arrivare ai 30-35 kg

di alcune nazioni europee, per la abbondanza di materie

prime fresche disponibili per lunghi periodi dell’anno,

ma possiamo crescere».

Le prime proiezioni del 2017 sembrano confermare

l’inversione di tendenza: il settore dei prodotti surgelati

da gennaio ad agosto ha registrato, nel canale Retail,

un incremento dei consumi del +2,9%. Sono state quasi

330.000 le tonnellate di alimenti surgelati acquistate nei

primi 8 mesi dell’anno. «All’inizio della crisi – ricorda

Gagliardi – il settore ha patito meno di altri e ha iniziato

prima la ripresa. Questo conferma che è finita l’epoca

in cui il consumatore vedeva il surgelato come prodotto

di emergenza da tenere nel freezer: oggi fa parte della

routine culinaria degli italiani».

L’analisi dei segmenti

Tre i segmenti che hanno trainato la crescita del com-

parto: i vegetali, l’ittico, le pizze e gli snack.

Quanto ai vegetali, nel 2016 ne sono state consumate

complessivamente, tra retail e food service, 395.500 ton-

nellate (+0,6%vs. 2015), mentre nei primi 8mesi del 2017

sono cresciute del +4,1% (addirittura +7,8% per zuppe

e minestroni ricettati). «Questo segmento – commenta

Gagliardi – cresce grazie alla qualità intrinseca e alla

capacità di intercettare le tendenze come il biologico o

il forte incremento di vegetariani e vegani».

Il settore ittico (108.000 tonnellate consumate in totale

nel 2016 e 61.958 quelle acquistate nel retail da gennaio

ad agosto 2017, +4,4%) cresce sia come alternativa alla

carne, sia grazie alle garanzie offerte ai consumato-

ri di leggerezza, valenza nutrizionale, trasparenza in

etichetta.

Nel 2016 sono state consumate quasi 90.000 tonnellate

tra pizze e snack (+4,2%) e il trend positivo non accenna

a cambiare (+4,6% nei primi 8 mesi del 2017). «Questo

risultato – prosegue – è frutto del fatto che le aziende

hanno lavorato sulla qualità. Il consumatore vede in

questi prodotti un primo piatto gradevole». Anche il

contenuto di innovazione ha il suo peso, con novità in

farciture, impasti e formati.

Una menzione speciale va al settore dei piatti ricettati

che, dopo anni di continua decrescita, si è finalmente

stabilizzato, iniziando ad avanzare cautamente. «Queste

referenze – spiega Gagliardi – sono state molto pe-

nalizzate dalla crisi perché più costose. Certo non ci

aspettiamo gli exploit del periodo 1996-2006, ma que-

sti piatti stanno riprendendo a crescere, nonostante la

concorrenza dei freschi».

I PIÙ CONSUMATI DAGLI ITALIANI

(GENNAIO - AGOSTO 2017)

VEGETALI

ITTICO

PIZZE E SNACK

(+4,1%)

(+4,4%)

(+4,5%)

con 136.789

tonnellate

con 61.958

tonnellate

con 49.788

tonnellate

Dopo anni di decrescita, bene i

(20.060 tonnellate consumate)

+0,5%