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FEBBRAIO/MARZO 2016

sistema delle comunicazioni digitali, ad

emergere è anche una frequente man-

canza di analisi dello scenario in cui i

messaggi sono inseriti. «

I brand devo-

no invece valutare che i clienti cui

si rivolgono sono spesso contattati

anche da altri marchi

– osserva ancora

Tirelli –.

Ci si deve perciò confrontare

con il pericolo di saturazione della

capacità del consumatore di ricevere

e trattenere le informazioni veicolate

.

Occorre insomma analizzare il contesto

in cui si va ad agire e solo in base a

quest’ultimo scegliere la modalità di

comunicazione più adatta. In caso con-

trario, si rischia un flop, così come può

avvenire quando si vaglia un packaging

senza immaginalo nella scaffale dove

poi verrà esposto».

I Big Data

La frattura tra l’innovazione e le sue mo-

dalità di utilizzo torna poi a fare pre-

potentemente capolino anche alla voce

Big Data, con uno schema non lontano

da quello descritto per il digital signage.

Anche in questo caso, infatti, si parte

con i plus forniti dalla tecnologia: oggi

i sistemi di rilevazione danno modo di

assumere una enorme quantità di dati. Si

pensi soltanto alla possibilità di tracciare,

attraverso l’uso di semplici telecamere

che richiedono investimenti ormai alla

portata di molti, unutile people counting

profiling. Con un alto grado di dettaglio,

si viene così a conoscere quale consu-

matore frequenta un determinato pdv,

in quali zone del negozio di sofferma di

più, qual è la sua frequenza di visita. Il

problema però sorge subito dopo: come

utilizzare queste indicazioni? «I dati di

per sénonportano informazione – spiega

Tirelli – e l’informazione di per sé non

coincide con la conoscenza». Come dire,

quindi, che disporre di molti numeri può

non servire a nulla, se non si è delineata

a monte una strategia che guidi nella

loro interpretazione traducendo il dato

in azione. Ma la strada da percorrere per

raggiungere questo obiettivo sembra an-

cora piuttosto lunga. «Sarebbe necessario

un livello di dettaglio e raffinatezza che

oggi pare ancora complesso da ottenere»

conferma il presidente di Popai Italia.

Internet of things

E lo scenario potrebbe addirittura com-

plicarsi ulteriormente con l’avvento

dell’Internet of things. «La trasmissione

di informazioni da parte degli ogget-

ti è destinata a generare un’ulteriore

impressionante mole di dati – prevede

Tirelli –. Dati che dovranno poi essere

organizzati secondo una prospettiva non

tanto tecnologica quanto di marketing».

Ma su questo fronte la conoscenza è

ancora scarsa. «In buona sostanza – con-

clude Tirelli -, non manca l’evoluzione

tecnologica, ma la capacità di sfruttarla

in modo adeguato».

E in questo passaggio potrebbero esse-

re messi in discussione gli investimenti

necessari all’innovazione stessa.

Una prospettiva sostanzialmente im-

praticabile per retailer ed aziende che

devono competere in un mondo sempre

più digitalizzato e globale: «È dunque

necessario – è l’appello di Tirelli – che

ci si assuma il rischio economico del

cambiamento».

Ricercando e applicando però il buon

senso comune.

S

Entertainment

L’assortimento dell’offerta,

per quanto centrale, non basta più.

Per attirare il cliente serve

una consumer experience

a tutto tondo.

È questa è la strada scelta

da Hyundai per il suo flagship

di Seul dove trovano posto

anche una biblioteca dedicata

all’auto, uno spazio per i bambini

e una caffetteria.

Disruptive

Per catturare l’attenzione del

consumatore, si può agire anche

sull’effetto sorpresa, affidandosi a

soluzioni inaspettate.

È il caso di Amazon e Nestlè

che hanno arruolato tra le proprie

fila uno speciale “commesso”:

si tratta di Pepper, un robot

emotivo capace di accogliere

il cliente, fornire le informazioni

richieste e perfino guidare fino

alla corsia in cui si trova il prodotto

desiderato.

Organizzazione

Le nuove tecnologie hanno un

impatto sensibile anche su aspetti

organizzativi come quello del

pagamento.

Aspetti che possono perfino

arrivare a rappresentare un

driver di scelta di una catena o

di un punto di vendita. È quindi

importante adottare soluzioni in

grado di semplificare i processi:

tra queste, si segnala il lettore

di carta di credito applicato allo

smarphone.