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Chi si ferma è perduto

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AGOSTO/SETTEMBRE 2016

PUNTI DI VISTA

I

l concetto di

disruption

irrom-

pe prepotentemente anche nel

marketing dei centri commer-

ciali, polverizzando molte certezze e

confondendo ancor di più l’addetto ai

lavori e di conseguenza anche il clien-

te. Non servono analisi scientifiche di

Big Data per capire che la perdita di

traffico nelle gallerie non è dovuta solo

allo shopping online, che la pubblicità

tradizionale èmoribonda, che i siti web

sono superati, che il futuro è nei social,

anzi no. Se i milioni di visualizzazioni

non si traducono necessariamente in

atti d’acquisto concreti e conversione e

misurabilità di un investimento inmar-

keting appartengono alla sfera della

veggenza, parecchi operatori insistono

intanto su modelli di retro-marketing

vetusti, non più adeguati ai rapidi

mutamenti in atto. Mentre numerosi

attori del macrocosmo del Retail Real

Estate sono convinti che nel labirinto

dell’omnicanalità si possa trovare la

panacea per risolvere atavici problemi,

altrettanti autorevoli player evidenzia-

no come, in realtà, tale dimensione

non delinei solo un insieme integrato

di azioni, con denominatore principale

e comune le attività su Internet, ma

implichi piuttosto una ri-evoluzione

totale della modalità di approccio al

cliente-utente, che concerne tutto il

sistema “Shopping Centre”: a partire

dalle strategie e filosofie gestionali, che

devono coinvolgere tutti i dipartimenti

aziendali e non soltanto la funzione

specifica. Il cliente è sempre stato al

centro dell’attenzione, però oggi il

suo

consumer journey

inizia e finisce

a casa propria. Il centro commerciale

non è il nucleo centrale, ma è uno

dei tanti punti di contatto (

touchpoint)

del processo che fa mutare forma alle

persone, trasformandole in acquirenti.

Ciò richiama alla mente il capovolgi-

mento della visione geocentrica tole-

maica operato dal sistema eliocentrico

copernicano. C’è chi resta ancorato alla

vecchia impostazione; ma speriamo di

non dovere aspettare quattordici secoli

perché tutti comprendano che non è

il cliente che gira intorno al centro

commerciale: è quest’ultimo a gravitare

nella sua orbita.

Come creare valore

Il mall probabilmente non è più la

shopping destination favorita e le sue

performance si legano in misura cre-

scente anche alle attività online, con la

necessità di una migliore conoscenza

del visitatore e di una comunicazione

non più verticale ma mirata. La mia

generazione di marketer è oggi obbli-

gata a percorrere vie sperimentali o ad

adattare le prime significative case hi-

story che utilizzano la tecnologia come

utile supporto analitico e operativo. I

tool principali riguardano l’adozione di

piattaforme che consentono una regia

unitaria on/off, piuttosto che un insie-

me disaggregato e non omogeneo di

canali via via aggiunti nei propri punti

di contatto col cliente: click-and-collect,

customer locker, notifichepromozionali

epunti fedeltà inviati tramitemobile app

con i-beacon, directory digitali intelli-

genti, virtual mirror connessi coi social,

siti web che favoriscono l’e-commerce

dei negozi, ma con ritiro (e scontrino)

in store, rappresentano le integrazioni

online/offline più interessanti.

In termini strategici, il mall quale luogo

di aggregazione va comunque (e co-

stantemente) arricchito di stimoli e op-

portunità. Al riguardo, mi sembra che

stia prendendo piede con successo una

nuova generazione di servizi al cliente:

con una rivisitazione delle food court

che tende a renderle più funzionali a

una comoda e piacevole sosta, kids

and family area curate e dimensional-

mente rilevanti, punti informativi che

assistono il cliente in chiave sempre

più personalizzata; nonché palinsesti

di intrattenimento di qualità, aree di

co-working connesse, giovani startup-

per che sviluppano progetti marketing

di un certo rilievo. Senza dimenticare i

corsi di formazione dedicati al persona-

le del centro e ai retailer. In margine,

il tema delle spedizioni a domicilio dei

prodotti acquistati presso il centro (o

dei resi dei prodotti acquistati online)

potrebbe assumere una valenza strate-

gica: i maggiori player della logistica e

del mondo e-commerce stanno già com-

petendo. Molto altro potrei aggiungere.

Interrogarsi sul ruolo degli shopping

centre nel territorio è comunque un

esercizio fondamentale. Partendo dal

presupposto che la creazione di valore

economico attraverso la condivisione

di autentico valore sociale, secondo la

lezione kotleriana, è un fattore cruciale

per la crescita dell’intero comparto.

S

L’UNIVERSO DEI CENTRI COMMERCIALI È CARATTERIZZATO DA

UNA SORTA DI RIVOLUZIONE COPERNICANA, AGEVOLATA DALLE

MULTIFORMI DECLINAZIONI DELLE COMPONENTI DIGITALI, CHE

PONE NUOVE SFIDE, NON SOLO NELL’AMBITO DEL MARKETING

Sulla

marketing disruption

:

evoluzione della specie o

una specie di evoluzione?

Stefano De Robertis, Responsabile Marketing Eurocommercial Properties Italia