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AGOSTO/SETTEMBRE 2016

QUANTO PESANO

SU QUESTO

CAMBIO DI ROTTA

LE RAGIONI DI

MARKETING,

LE RICHIESTE DEI

CONSUMATORI,

LE MOTIVAZIONI

SALUTISTICHE

E GLI IDEALI

AMBIENTALISTI?

Coop si è da tempo dimostrata sensibile

al tema, colpisce, invece, per il suo tanto

repentinoquanto recente cambiodi rotta,

Mulino Bianco

, che fino a pochi mesi

fa sosteneva l’olio di palma (a specifiche

domande inmerito, rimandava infatti alla

posizione ufficiale disponibile on line)

e oggi, invece, promuove diffusamente

ricettazioni alternative, ben evidenziate

sui nuovi packaging.

E tutto ciò (almeno questa è l’impres-

sione) in netta controtendenza con il

messaggio

urbi et orbi

lanciatoda

Aidepi

(grazie a un ingente investimento) sulla

salubrità e sostenibilità dello stesso.

Come mai? Quanto pesano su questo

cambio di rotta le ragioni di marketing, le

richieste dei consumatori, lemotivazioni

salutistiche e gli ideali ambientalisti? E

ancora: siamo certi che la cura sia sempre

migliore del male (ovvero che i grassi

sostitutivi siano semprequalitativamente

superiori)? E perché, se la tendenza è

quella di optare per olio certificato, ta-

le certificazione non è comunicata con

chiarezza ai consumatori? Non sarebbe

un apprezzabile plus di trasparenza?

Abbiamo provato a sondare un po’ il

terreno interpellando alcuni protagoni-

sti del mondo food (

Balocco, Colussi,

Di Leo e Carrefour

) e a riportare di

seguito le loro testimonianze.

L’impressione è che la

vox populi

(e

l’entità dei consumi che ne sarebbero

conseguiti) abbia giocato un ruolo primario nelle nuove

scelte aziendali.

Una cosa comunque è certa: di qualunque natura sia

stato il catalizzatore che ha innescato questa rivisitazio-

ne delle ricette, fa piacere constatare che un argine al

quantitativo di olio di palma sia messo sempre più di

frequente, così da ridurne i quantitativi assunti quoti-

dianamente. Non dimentichiamo, infatti, che la lista dei

prodotti che vi fanno ricorso è (stata?) decisamente lunga.

Il ruolo della certificazione

LE DOMANDE PER AIDEPI

Già alla fine dello scorso anno, a conclusione di EPOC 2015, la European

Palm Oil Conference, con l’intento di fare chiarezza su alcune perplessità che

serpeggiavano in merito all’olio di palma ci siamo rivolti ad Aidepi, che allora

aveva preso netta posizione in merito con una specifica campagna a favore del

grasso tropicale. Queste le domande rivolte il 30/11/2015 a Mario Piccialuti

direttore di Aidepi. Non abbiamo mai avuto risposta.

DOMANDE

• Studi scientifici autorevoli sostengono che l’assunzione moderata di grassi

saturi, presenti nell’olio di palma, non ha effetti negativi. Tuttavia la diffusione

del PO oggi è veramente capillare, dal momento che lo si ritrova nei dolci, nei

prodotti da forno, nella pasta ripiena, e persino in compresse per il mal di gola.

A questo punto diventa impossibile controllare l’effettivo quantitativo di grassi

assunto quotidianamente. Qual è la posizione dell’associazione in merito?

• Molte aziende stanno comunque cambiando la formulazione, eliminando l’olio

di palma. E questo conferma i consumatori già scettici sul fatto che vada

eliminato per avere prodotti più salubri. Cosa dice Aidepi in merito?

Giuseppe Allocca,

Presidente dell’Unione

Italiana per l’Olio di

Palma Sostenibile

Sull’olio di palma siamo da tempo in

cerca di pareri “istituzionali” cui pro-

porre alcune nostre perplessità.

Purtroppo, benché sollecitata, l’associa-

zione Aidepi non si è mai resa disponi-

bile a un confronto su poche semplici

domande.

Accogliamo invece con piacere la dispo-

nibilità dimostrata da

GiuseppeAllocca

– Presidente dell’Unione Italiana per

l’Olio di Palma

Sostenibile

di

cui riportiamo le

dichiarazioni.