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Chi si ferma è perduto

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AGOSTO/SETTEMBRE 2016

PUNTI DI VISTA

G

razie all’evoluzione della

tecnologia siamo arrivati

a disporre di una cospicua

moledi dati sul cliente che varca l’ingres-

so dei nostri centri commerciali. Non

basta più sapere quanto popolato è un

bacino d’utenza, ma è sempre più im-

portante conoscerne davvero i residenti.

Anni fa un merchandising mix veniva

creato esclusivamente sulla base di va-

riabili quantitative, come la numerosità

degli abitanti della zona d’attrazione, le

classi d’età e la composizione dei nuclei

familiari; e tendeva all’omologazione.

Alla luce delle ricerche fatte da Larry

Smith sui visitatori, oggi il cliente tipo

cambia se si analizza il grande centro

commerciale regionale piuttosto che il

centro di medie dimensioni basato su

un’àncora food forte. Il centro regiona-

le vede infatti una parità di presenze

tra uomini e donne, con un’età media

di 39 anni; mentre il centro di medie

dimensioni, la cui motivazione di visita

principale è legata alla spesa alimentare,

è caratterizzato da una netta prevalenza

femminile (61%), conun’etàmedia della

clientela più alta, pari a 42 anni. Nel

primo caso, il 43% dei clienti hanno

un’età compresa tra i 18-34 anni; nel

secondo, tale percentuale si riduce al

34%. L’attuale evoluzione del contesto

competitivo ci sta portando, in virtù

dell’adozionedi sistemi tecnologici sem-

pre più sofisticati, a tracciare i singoli

clienti: individuando esattamente che

cosa amano fare all’interno del centro

o nel loro tempo libero, se sono attivi

sui social network, come vogliono es-

sere informati degli eventi/promozioni

che offriamo e cosa comprano, sia in

ambito fisico sia online. Tutto questo

rende possibile creare per ognuno di

lorodelle campagne promozionalimira-

te e

tailor made

. L’iper-segmentazione

del cliente deve quindi rapportarsi con

una rimodulazione del mix dell’offerta

complessiva che ciascun centro è in

grado di proporre. I cambiamenti nelle

abitudini di consumo hanno già portato

a un generale ridimensionamento del-

le locomotive tradizionali; la prossima

trasformazione dovrà riguardare le gal-

lerie. Lamaggiore concorrenza e l’ormai

elevata mobilità della clientela, che dif-

ficilmente frequenta un’unica struttura

commerciale, non può che favorire tale

cambio di paradigma.

Governare il cambiamento

La quantità di informazioni a disposizio-

ne può essere utilizzata per indirizzare

i mutamenti in atto, anche attraverso

il conseguente inserimento di ulteriori

àncore: non necessariamente grandi

superfici, bensì brand che attraggano

per la loro unicità; è il caso di Apple e

di Lego, oppure di insegne come Pri-

mark. La categoria dell’abbigliamento,

al fine di adattarsi alla presenza di una

percentuale maggiore di clienti di ses-

so maschile, ha già evidenziato un in-

cremento del relativo numero di punti

vendita (Gutteridge, Harmont&Blaine,

Liu Jo uomo). Tale comparto è anche

quello che più facilmente riuscirà a

differenziarsi in considerazione delle

precipue caratteristiche della clientela;

e i risultati di tale processo si potranno

vedere appieno tra qualche anno.

La ristorazione costituisce il settore più

dinamico e si trova nel clou della fase

evolutiva. Le sue declinazioni sono state

fortemente influenzate da un cambia-

mento radicale dei consumi, denotando

peraltro, anche durante il periodo di cri-

si, una tenuta dei fatturati. Siamo passati

dalle food court dove il free flow era il

punto di riferimento all’epoca dei fast

food; sino ad arrivare a oggi: dove la

ristorazione è sempre più gourmet, con

unamarcata presenza regionale ed etni-

ca e un’attenzione particolare all’healty

food. Un altro elemento nodale sul pia-

no della segmentazione sono i servizi:

spesso inseriti come componente deco-

rativa o di marketing, contribuiscono a

orientare il consumatore circa la scelta

del centro da frequentare. In tal senso,

ne sono significativi esempi le aree bim-

bi indoor e outdoor, le postazioni per

poter collegare il PC ed eventualmente

ricaricare il cellulare, sfruttando la rete

Wi-Fi del centro, le nursery, ecc.

Sulla scorta di quanto rilevato, resta in-

teso che la sfida che ci attende è quella

dell’innovazione consapevole basata

sulla conoscenza. I centri commerciali

“banali” sono condannati all’irrilevanza,

perché il consumatore non è più solo un

numero e non si accontenta: è un utente

evoluto, che deve essere corteggiato e

soprattutto appagato, per favorire poi

il suo ritorno nella struttura che più

delle altre sarà stata in condizione di

conquistarlo.

S

IN UN CONTESTO COMPETITIVO IN COSTANTE MUTAMENTO

L’EFFETTIVA CONOSCENZA DELL’UTENTE È IMPRESCINDIBILE

AI FINI DELLA STRUTTURAZIONE DEI MERCHANDISING MIX

Avviso ai naviganti:

l’innovazione non è

un pranzo di gala…

Maddalena Panu, Research Director Larry Smith Italia