8
AGOSTO/SETTEMBRE 2016
RAPPORTO COOP
Si pensi per esempio allo zenzero la
cui notorietà (attestata dalle ricerche
su Google) da 6 anni a questa parte
è cresciuta del 640%, o al cavolo riccio
che ha guadagnato il 791%di popolarità.
Il tutto con ovvie ricadute positive sui
consumi.
Consumatore
e distribuzione
Se questi sono i nuovi italiani, è ovvio
che le domande che essi rivolgono alla
distribuzione non sono più quelle di un
tempo. Riciclarevecchieproposte, quindi,
non paga.
Per questooggi la formuladell’e-commer-
ce va forte e i negozi specializzati sono
riusciti a crearsi una platea consistente:
danno risposte mirate in termini di as-
sortimento, scelta e servizio. Mentre la
gdo classica non decolla.
A meno che – ed è qui che Coop lancia
la sua sfida più recente, forte anche della
sua posizione di leader in quest’ambito
– non si punti con decisione, inventiva
e impegno sulla marca privata, come
risposta alternativa alle nuove domande.
Da qui la nuova sfida della Cooperativa
decisa a ripensare la propria PaM in
chiave di servizio, qualità, personaliz-
zazione e a lavorare sulla segmentazione
dell’offerta e sull’evoluzione/manuten-
zione di linee esistenti.
S
Cibo e salute
E le scelte alimentari rispecchiano in
pieno questo cambiamento in atto
nel consumatore italiano. Non solo
perché si mangia meno (non di-
mentichiamo che la spesa alimen-
tare è ferma allo 0,1%), ma anche
perché i gusti sono decisamente
più selettivi (leggere l’etichetta or-
mai è una pratica diffusa tra il 55%
dei nostri connazionali). Emerge infatti
che il 34%sceglie i cibi facendosi guidare
da un ideale di vita sano, il 23% dalla na-
turalità. Importante è pure il contenuto
di sostenibilità (etica o ambientale che
sia) indicato nel 28% dei casi.
E infine (e come dargli torto?) il 29%
preferisce i cibi in grado di facilitare
la vita, il 15% quelli comodi da usare.
In e out
Ecco allora che se pasta e cereali sono
penalizzati (e le carni rosse fanno lo-
ro buona compagnia), frutta, verdura
e pesce guadagnano invece posizioni.
E non basta: anche le referenze ad alto
valore di servizio lusingano mica male
i consumatori, come testimoniano gli
andamenti del caffè in capsula e dei
piatti pronti.
Cibi etnici, bio, integratori e free from,
stanno vivendo pure il loro momento di
gloria, perché – come dicevamo – asse-
condano bene il desiderio di prender-
si cura di sé e di concedersi piccoli (o
grandi, per chi se lo possa permetter)
lussi. E anche i superfood sono stati
ampiamente sdoganati, divenendo (co-
sa impensabile fino a poco tempo fa)
ingredienti familiari sulle tavole italiane.