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AGOSTO/SETTEMBRE 2016

I PRINCIPALI DRIVER DI ACQUISTO DELLE MARCHE

IL GIUDIZIO DELLE DONNE SULLE MARCHE

Cambio di paradigma

Per raggiungere questo obiettivo, però, i

brand saranno chiamati anche a investire

su altri fattori, indicati come premianti

dalle consumatrici. “Tra questi – rileva

Fabris –, il più rilevante è il tema della

tradizione: per ben8donne su10 lamarca

non può, infatti, esaurirsi nei soli suoi

prodotti, ma deve tenere conto – e saper

valorizzare – anche la propria storia. E

in questo scenario, è evidente che la ca-

pacità di raccontarsi fornisce – e fornirà

in futuro – ai brand una marcia in più”.

“La narrazione della marca – aggiunge

Ivo Ferrario, direttore comunicazione

e relazioni esterne di Centromarca

rappresenterà sempre più un elemento

distintivo fondamentalenellacompetizio-

ne tra imprese. Nell’era del digitale, e del

social in particolare, la differenza la fa, e

la farà sempre più, la capacità di disporre

non solo di una struttura di ascolto dei

dialoghi che avvengono in relazione al

prodotto, alle categorie merceologiche o

più in generale al contesto generale di

consumo, ma anche di sviluppare accan-

to al prodotto giusto, i giusti contenuti

da comunicare. Contenuti che dovranno

essere di interesse, avvincenti e attuali”.

In seconda battuta, si dovrà considerare

poi il fattore ambientale. “Le marche che

se ne fanno carico – precisa Fabris – sono

preferite al momento dell’acquisto dal

73,2% delle intervistate”. Ma rilevante è

anche la capacità dellamarca di veicolare

un’identità forte: il 68,4% delle donne

interpellate sostiene, infatti, che i brand

acquistati raccontanomoltodellepersone

che li scelgono.

Solo molto più distanziata è invece l’in-

dicazione relativa alla qualità, ferma al

59,8%. Un caso? Tutt’altro. I dati emersi

dalla ricerca raccontano, infatti, di un

netto cambio di paradigma nella perce-

zione dei brand da parte delle donne. Un

cambio che vede gli attributi intangibili

della marca prevalere rispetto agli sto-

rici caposaldi sui quali veniva costruita

la marca, quali appunto la qualità delle

referenze o la fedeltà al brand, che per

l’appuntoscivola tragli itemmenoquotati,

con un riscontro non superiore al 34,8%.

“L’industria – dice Fabris – deve insomma

confrontarsi con una consumatrice più

libera e più volubile rispetto a un decen-

nio fa”. Un bel problema per le marche

che però, rovesciando la prospettiva, può tradursi anche

in un’opportunità. “Sulla base delle evidenze di questa

come di altre ricerche – osserva Fabris –, rileviamo una

crescente disponibilità alla sperimentazione e, dunque,

un terreno favorevole all’innovazione”.

Sfide e opportunità

Il panorama futuro lascia quindi intravedere spunti inte-

ressanti per i brand, a patto che questi ultimi sappiano

restare al passo con la continua evoluzione dei clienti.

“Le marche di oggi che vogliono essere le marche di

domani – sottolinea Ferrario – devono accettare la sfida:

per continuare ad essere leader, occorre rendere attuale

la proposta di ogni brand rispetto alle necessità del con-

sumatore di oggi. E questo vuol dire puntare su un con-

tenuto di innovazione costante e allineato alle esigenze di

performance, come pure su una qualità dinamica, capace

di rispondere all’evolversi dei desideri dei clienti”.

S

Ivo Ferrario,

direttore comunicazione

e relazioni esterne

di Centromarca