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AGOSTO/SETTEMBRE 2016
Biscottificio di Leo
A
Pietro Di Leo
, titolare dell’omonimo biscottificio, non
piace omologarsi. La conclusione è lampante fin dalle
prime battute. “Già 25 anni fa, volevo fare qualcosa di
diverso. Non mi andava di conformarmi al trantran del
me too
. Sono nati così i nostri primi biscotti con olio
di mais”. Allora la polemica contro l’olio di palma era
ovviamente al di là da venire (e quindi inimmaginabile),
ma l’obiettivo dell’imprenditore era quello di realizzare
una ricettazione che coniugasse leggerezza egusto. Senza
burro, dunque, o grassi idrogenati.
“Non è stato facile – ammette. E non tanto per l’ap-
prezzamento da parte dei consumatori, che, invece, ci
hanno dato sempre soddisfazione. Quanto, piuttosto,
per il ‘conservatorismo’ dei buyer, decisamente timorosi
davanti al ‘diverso’. La distribuzione, diciamolo, non ci
ha proprio facilitato le cose”.
Ma evidentemente la famiglia Di Leo, per stessa am-
missione di Pietro, la testa ce l’ha veramente dura. E ha
perseverato nell’obiettivo. “Con il risultato – prosegue
il manager – che la linea ‘Fattincasa’, nata nel 1991, si è
presto diffusa. Per inciso, tengo a ricordare che è anche
l’unico caso di prodotto ripreso da un’insegna (Conad,
per la precisione) tra i suoi prodotti a marchio. Oggi i
‘Fattincasa’ rappresentanouna casehistorynel campodel
marketing aziendale. Proprio perché hanno adottato una
comunicazione agile, elastica e – requisito fondamentale
– sensibile al mutamento del mercato”.
Come si è evoluta negli anni la vostra strategia co-
municativa?
Agli esordi abbiamo optato per un messaggio iconogra-
fico: una pannocchia di mais; l’avvento della diatriba
sugli OGM (e il mais era tra i principali imputati) ci ha
portato a un cambio di rotta: l’eliminazione dell’icona
Non crede che posizioni oltranziste di
questo tipo, oltre ad essere disoneste
non facciano che esasperare le posizioni
dei fautori da una parte e dei detrattori,
dall’altra, ma senza un apporto costrutti-
vo al dibattito? Qual è la sua posizione?
A noi non interessa una guerra tra oli, que-
sto va premesso, perché ogni olio ha le sue
caratteristiche e le sue peculiarità positi-
ve. Ma c’è anche da dire che nel dibattito
sulla deforestazione che accompagna le
posizioni più critiche sull’olio di palma, ci
si dimentica spesso di dare alcuni numeri
che aiutano a capire meglio la situazione.
L’olio di palma ha infatti un’alta resa pro-
duttiva ed è per questo che rappresenta la
coltivazione ideale in un mondo povero di terre: parliamo
di 3,47 tonnellate per ettaro, ovvero, 5 volte più della colza
(0,65 t/ettaro) e addirittura 11 volte (0,32
t/ettaro) rispetto all’olio di oliva.
In Indonesia e Malesia, che sono i principa-
li produttori al mondo, le aree agricole – in
buona parte dedicate alla palma da olio –
coprono circa un quarto del territorio, men-
tre il 50-60% della superficie totale è adibi-
ta a foresta pluviale. In Italia, le superfici
adibite a boschi e foreste sono – pur cresciu-
te negli ultimi anni – pari al 35% del totale,
circa 10 milioni di ettari, mentre il 42% del
territorio, circa 13 milioni di ettari, viene
destinato a un utilizzo agricolo (http://www.
istat.it/it/files/2014/03/Atlante-dellagricol-tura-italiana.-6%C2%B0-Censimento-gene-
rale-dellagricoltura.pdf). Eppure, l’Italia e
gli altri Paesi europei erano ricchi di boschi e foreste che, nel
corso degli anni, hanno ceduto il posto a coltivazioni e
grafica e l’esordio del nome “Fattincasa”,
negli anni successivi abbiamopoi inserito
(per primi) il claim “Senza olio di palma”.
La comunicazione, inizialmente solo a
livello locale, si èpoi gradualmente estesa
all’Area 4 e tra la fine di quest’anno e
il 2017 contiamo di ampliarla a livello
nazionale.
Dopo i “Fattincasa”, l’eliminazione
dell’olio di palma si è estesa gradual-
mente ad altre linee, corretto?
Giusto: oggi la nuova ricettazione coin-
volge quasi il 100% della nostra offerta.
E in alcuni casi va di pari passo con altre
specificità. Mi riferisco, ad esempio alla
linea biologica Fiorbì dove, accanto a oli
vegetali alternativi (come il girasole o
l’extravergined’oliva) proponiamo anche
una selezione di farine locali.
Pietro Di Leo, titolare
del Biscottificio Di Leo
NON MI
ANDAVA DI
CONFORMARMI,
SONO NATI COSÌ
I “FATTINCASA”:
I NOSTRI PRIMI
BISCOTTI CON
OLIO DI MAIS