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AGOSTO/SETTEMBRE 2016

disfatto della qualità nella quasi totalità

dei casi: caffettiera 99%; macchina 98%.

Le reason why

Ma cosa spinge ad optare per l’una o

per l’altra?

PER QUANTO ATTIENE ALLA

CAFFETTIERA

ECCO

LE PRINCIPALI REASON WHY (PARERI MULTIPLI):

• QUALITÀ

99%

• RITO

72%

• TRADIZIONE

69%

• AROMA/PROFUMO (nell’ambiente) 52%

QUESTE LE MOTIVAZIONI RELATIVE INVECE ALLA

MACCHINA DOMESTICA PER IL CAFFÈ

(PARERI MULTIPLI):

• PRATICITÀ

90%

• VELOCITÀ

86%

• PULIZIA

78%

• NIENTE SPRECO

62%

Con passaggio ardito si potrebbe af-

fermare che chi utilizza la caffettiera è

convinto sia l’unico modo per preparare

del caffè di qualità in casa; chi utilizza

la macchina domestica per il caffè ha

altre priorità pur riconoscendo la qualità

del proprio caffè nella totalità dei casi.

Caffè porzionato

Per quanto riguarda questo segmento

di prodotto chi ne scrive nel web na-

zionale utilizza:

Chi preferisce la cialda in cellulosa lo

fa nel 92% dei casi per motivi ecologici

e salutistici.

La sostenibilità

I detrattori delle capsule puntano l’indice sull’inquina-

mento derivante dal mancato smaltimento delle capsule

in plastica ed in alluminio, dall’impossibilità di riciclarle,

ciò, nonostante alcuni produttori si siano organizzati

per la raccolta.

Tali internauti reputanonon risolutori a tale proposito gli

interventi di Cial (consorzio nazionale per la raccolta e il

riciclo degli imballaggi in alluminio) e Conai (Consorzio

nazionale imballaggi); lo standard (non obbligatorio)

europeo ESE (Easy Serving Espresso), che prevede cialde

biodegradabili e caffè compostabile, è sbandierato da

questi netsurfer come esempio da seguire.

Molto popolare in rete anche la proposta di un’azienda

italiana di Novara che ha studiato e produce una par-

ticolare bioplastica di origine vegetale, completamente

biodegradabile, che rispetta gli standard richiesti ai

contenitori per alimenti, in grado di resistere alle alte

temperature cui le capsule del caffè sono sottoposte.

Sottoaccusa anche laquantitàdi tonnellatedi CO

2

liberate

nell’atmosferaper laproduzionedelle capsule inplastica.

Viene infine ricordato il problema del furano. Ricordia-

mo: il furano presente negli alimenti, è sostanza non

pericolosa in piccolissime dosi che però il

nostro organismo non è in grado di smal-

tire ed il cui accumulo può fare insorgere

tumori. L’Efsa (autorità europea per la sicu-

rezza alimentare) effettua un monitoraggio

costante della quantità di furano presente

negli alimenti; da uno studio commissionato

dall’Efsaall’UniversitàdiBarcellonanel 2011,

emergerebbe che l’alta temperatura cui sono

sottoposte le capsule di caffè ed il fatto che

siano chiuse impedirebbero al furano, che è

particolarmentevolatile, di disperdersi come

normalmente avviene e quindi il consumo

regolaredi caffè in capsulepotrebbeportare

ad un accumulo nell’organismo di quantità

cancerogene di furano.

Il prezzo

Da notare che si parla poco di prezzo (20% delle men-

zioni), che tradizionalmente è uno dei driver di acquisto.

I naviganti hanno la seguente percezione dei prezzi:

le caffettiere classiche costano mediamente 15-30 eu-

ro, per le macchine per uso domestico per caffè in

capsule e cialde i prezzi hanno una media, tra gli 80

e i 150 euro.

Rare le menzioni di macchine per il caffè in polvere (50

euro il prezzopercepito) eper lemacchineche funzionano

esclusivamente con caffè in grani (chicchi) che secondo

i naviganti hanno un entry price oltre i 400 euro.

Per quanto riguarda il caffè in polvere, il prezzo medio

al chilo del macinato per espresso è, stando al popolo

della rete, di quasi 10 euro, quello del caffè in grani

di 20 euro, per un chilo di caffè in cialde si spendono

51%

PRODOTTI

ORIGINALI

49%

PRODOTTI

COMPATIBILI

RIPARTIZIONE

TRA CIALDE

E CAPSULE

55%

CIALDE

48%

CAPSULE