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AGOSTO/SETTEMBRE 2017
tratti del network che
l’azienda di Seattle ha
creato con la sua fitta rete
di fornitori sussidiari specia-
lizzati. Non si è riflettuto, però,
sull’impatto che Amazon potrà avere come
sostituto della vendita all’ingrosso o dei gruppi di acquisto. Per
ragioni non chiare, oggi, gli acquisti su Amazon da parte di un cliente
non possono essere ampi o illimitati. Nulla impedisce però che, do-
mani, l’azienda possa rifornire anche chi vorrebbe ¼ di pallet di un
certo prodotto: ad esempio il piccolo negozio d’angolo attualmente
escluso dalle condizioni contrattuali dellaDOe da una logistica legata
ai volumi. Analoghe innovazioni riguarderanno i classici retailer brick
& mortar. A fronte dei primi stadi della crescita della Grande Risto-
razione Organizzata (GRO) sarà solo in virtù della sharing economy
del lavoro che ipermercati e supermercati potranno introdurre, tra
i loro servizi, il catering e il banqueting. Questi complementi rav-
viveranno un reparto gastronomico che rischia di divenire sempre
meno competitivo di fronte alla tendenza del cibo anyhow, anytime,
anywhere. Inoltre, le odierne catene dovranno preoccuparsi anche
di incentivare la frequentazione dei centri commerciali e dei luoghi
di vendita. Da qui l’ipotesi di introdurre convenzioni di car sharing da
offrire a clienti peculiari. Si pensi a chi si reca al lavoro con i mezzi
pubblici e che all’uscita vorrebbe recarsi al supermercato e poi a casa
propria, ma non lo fa per non trasportare pesi. Il tutto sarà giustificato
e sostenuto economicamente dalla continua, esasperata tendenza,
per i clienti-consumatori, alla diminuzione dei costi di ricerca e, per
i retailer e i fornitori di servizi, dei costi di transazione. Per contrap-
passo, lo sharing delle rewarding e delle disappointing experience
dei clienti-consumatori produrrà la condivisione pubblica o privata
dei feedback (product & service rating/review systems). Fondamen-
tale per il mantenimento e la difesa del goodwill essa alimenterà
un’acerrima concorrenzialità. Subiremo o sfrutteremo, dunque, nuovi
sistemi complessi di cui intravvediamo solo vaghi aspetti.
Una
comprensibile preoccupazione è quindi quella di
“livellare il campo di gioco (regolamentare)”, per
consentire a tutti, in egual misura, di potervi
partecipare. Tuttavia, questa condizione si
realizzerà solo deregolamentando e non vi-
ceversa, come stanno già facendo gli attuali
governi
. Lo stato non ha mai una conoscenza
dei bisogni dei consumatori superiore a quella
che accumulano essi stessi. Regolamentan-
do la sharing economy vi è il rischio, omeglio
la certezza, di creare o proteggere rendite
odiose e di porre un ostacolo
allo spirito innovatore che
nasce dal basso.
problema di teoria del consumo. In breve, deve esse-
re rivisto il concetto di asimmetria informativa che ha
permesso di emendare l’insostenibile leggerezza delle
ipotesi neoclassiche di una informazione perfetta e di
completa razionalità, oggetto, per più di un secolo, degli
insegnamenti dell’accademia.
L’assunzioneper cui i consumatori sono, ingenere, esclusi
da un accesso completo alle informazioni sui prodotti e
sui servizi loro offerti, giustifica diverse misure ammi-
nistrative a loro protezione. La produzione legislativa a
tal riguardo è cresciuta in modo ridicolmente abnorme.
L’Empowerment InformativoconsentitodalWebpone
in discussione il tutto
.
Il caso del rifiuto dei vaccini dimostra come esista un
accesso sempre più facilitato all’universo informativo
sempre più denso di contributi ottimi e pessimi. Si tratta
di un accesso che permette il coagulo di potenti gruppi
spontanei di opinione e di pressione. È una realtà che
sollecita, pertanto, unmaggior impegnonella criticadelle
attuali “teorie delle scelte e delle decisioni”, riferite alla
massa della “gente qualunque”.
A nostro parere, gli individui (consumatori) saranno cer-
tamente meno soggetti a una “limited information”, ma
non per questo amplieranno i limiti della loro “bounded
rationality”, … e non sarà lo Stato a dotarli di un mag-
gior raziocinio.
Maggior informazione disponibile e maggior velocità di
circolazione non favoriranno una maggiore autonomia
decisionale.
Al contrario produrranno un’accentuazione del “gregari-
smo” di massa. Ne abbiamo già dei begli esempi: le 7-8
ore di fila per poter vedere le banalità di certi padiglioni
dell’Expo; il pellegrinaggio verso il ponte galleggiante
di Christo sul lago d’Iseo; la folla sterminata e adorante
a distanze siderali dal palco di Vasco Rossi.
S